La Bià del Tép - Info - Sito Ratatue

Vai ai contenuti

La Bià del Tép - Info

CD/Canzoni > La Bià del Tép - CD
2010


Có  dè  Lách - Testo e Musica di Gabriele Rondini
Hán Péder hüch - Testo e Musica di Gabriele Rondini
Alla Mirabella - Testo di Giacomo Cappellini e Musica di Gabriele Rondini
Primo Dicembre 1923 - Testo e Musica di Gabriele Rondini
Èl Hignúr chè dá viá gráscie - Testo e Musica di Gabriele Rondini
Càrå la mé Ruzìnå - Testo e Musica di Gabriele Rondini
Dàga dè béer al bàrba - Testo e Musica di Gabriele Rondini
Èco perché - Testo e Musica di Gabriele Rondini
La baláda del binadér - Testo e Musica di Gabriele Rondini
La fèhtå  dei cuhcrìcc - Testo e Musica di Gabriele Rondini
La liturìnå - Testo e Musica di Gabriele Rondini
Öcc dè balòh - Testo e Musica di Gabriele Rondini
Leutelmonte - Testo e Musica di Gabriele Rondini
La bia' del tép - Testo e Musica di Gabriele Rondini

Presentazione del   Repertorio
di Giacomo Goldaniga

Il repertorio di Gabriele Rondini, artista eclettico ed originalissimo, che proviene da esperienze giovanili di musica folk e rock, è senza dubbio unico nel suo genere e nonostante la modernità, perché è di recente elaborazione, si colloca a pieno titolo nel filone dei canti popolari. Non a caso utilizza ampiamente il vernacolo e su 14 brani solo tre sono in lingua nazionale. Di non facile collocazione risulta invece la musica, accattivante, armoniosa, gioiosa e molto orecchiabile, inventata sul momento, - come del resto i testi -, spontanea e non ricercata, frutto di conoscenza della materia, d’ingegno e di una creatività sorprendente. Musica in libertà, come ama definirla l’autore medesimo, perché la libertà di composizione, non legata ad un genere ben definito, permette di creare la miglior connessione tra testo e musica. Ecco allora che quasi per sortilegio, dall’estro del compositore scaturiscono brani che sanno di folk, di reggae, di blues, di pop e d’altro ancora. Nel panorama camuno-bresciano è un saggio compositivo del tutto eterogeneo che non ha simbiosi alcuna con i testi e la musica d’altri autori gravitanti nell’orbita delle canzoni popolari.
L’amico Gabriele è un camuno doc che ama molto la sua valle e per il suo repertorio si è ispirato alla realtà storico - culturale del territorio in cui vive, attingendo a piene mani dalla tradizione, dal suo vissuto personale e da quello della gente camuna, dignitosa e laboriosa.
Passando in rassegna il corto ma concentrato canzoniere compaiono brani che si rifanno a fatti storici ed avvenimenti che la memoria collettiva non può cancellare come quelli del disastro del Gleno e della prigione bresciana Mirabella. Emergono figure e tipi tradizionali presenti in tutti i paesi valligiani quali il “bàrba” e il “binadér”, si propongono leggende e filastrocche conosciutissime, spaccati di vita lavorativa, mezzi di trasporto pubblici come la sgangherata “liturina” che l’autore si sente in dovere di canzonare. Non mancano a Gabriele l’umorismo e la fine ironia con cui leggere la realtà che ci circonda. Emergono ricordi dei tempi andati, dell’infanzia, dei divertimenti usuali -le bande di ragazzi di paese e la festa dei coscritti - ma pure storie inventate come “ Cara la mé Rusìna” o “La bià del tép “ quest’ultima una riflessione sulla società attuale, sui ritmi frenetici della vita moderna che sovente ci impediscono di fermarsi, di riposare, di pensare, di ragionare, di riflettere sulle nostre abitudini, di accorgerci del tempo che passa inesorabilmente, di contemplare le bellezze naturali, di guardare la luna.
Scavando all’interno dei testi si scopre la tragedia, la commedia e la festa della vita, la lotta tra il bene e il male, il confronto tra il brutto e il bello, tra il buono e il cattivo, tra l’avaro e il generoso, si scoprono i difetti, le debolezze, i vizi e le virtù umane. Quello di Rondini è un pensare e un meditare un po’ kantiano, “del cielo stellato sopra di me e della legge morale che è in me”; nei suoi brani, nelle leggende che ha scelto non disdegna di mettere in risalto l’esigenza di un comportamento etico del vivere che il nostro tempo purtroppo sembra aver smarrito.
A pochi è venuto in mente di musicare le storie, le leggende, le filastrocche della propria terra o i mestieri di una volta. Questa è una intuizione geniale e originale, nuova e rara, che mi porta a ricordare l’esperienza di un altro artista camuno, (del quale ho vergato la presentazione) di Giuliano Tenchini, vignettista versatile che alcuni anni or sono illustrò i motti , i detti e i proverbi camuno-bresciani in via di estinzione, condensando i suoi preziosi disegni nella pubblicazione intitolata “Pòta”, un recupero in chiave umoristica del patrimonio linguistico che ci è pervenuto dalla tradizione orale popolare.
L’abilità di Gabriele nel proporre delle musiche malinconiche o festanti, che ben si addicono ai testi, non è da meno di quella di saper sintetizzare in poche strofe un lungo e complicato racconto. E l’operazione è riuscita appieno perché l’autore lo ha fatto con amore, col cuore. Ho detto che si tratta di musica popolare perché in questo lodevole e apprezzato lavoro, che ha richiesto tempo e fatica, c’è pure il precipuo intendimento, identico a quello dell’artista sunnominato, di recuperare e di valorizzare il patrimonio orale delle generazioni che ci hanno preceduto, di riproporre quei valori positivi propri della civiltà e della società contadina, dalla quale tutti proveniamo.
Sono certo che anche il più indolente degli ascoltatori, sarà attratto, come me, dalle belle ed eufoniche composizioni musicali di Gabriele, che rimarrà incantato, entusiasmato, rapito dai suoni e dalle voci che lo sedurranno e lo coinvolgeranno in un estasiante turbine emotivo.

Per news ed eventi visita
la Nostra pagina Facebook
Torna ai contenuti